Il Decreto Legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001 e il Decreto Legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023 hanno entrambi come obiettivo la regolamentazione della qualità delle acque destinate al consumo umano, ma presentano diverse differenze significative dovute all’evoluzione delle normative europee e alla necessità di adeguarsi a nuove sfide ambientali e di sicurezza.
Principali differenze:
- Approccio alla sicurezza basato sul rischio:
- D.Lgs. 31/2001: Si basava principalmente sulla verifica della conformità del prodotto finito, con misure correttive attuate solo in caso di non conformità ai parametri stabiliti.
- D.Lgs. 18/2023: Introduce un approccio preventivo basato sul rischio per l’intera filiera idropotabile, dal prelievo alla distribuzione, includendo anche la valutazione dei rischi legati ai cambiamenti climatici e alla continuità della fornitura (Acqua di Qualità) (Gruppo CAP).
- Nuove definizioni e istituzioni:
- Il nuovo decreto istituisce il CeNSiA (Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque) e l’AnTeA (Anagrafe Territoriale dinamica delle Acque potabili) per migliorare la gestione e la trasparenza delle informazioni relative alla qualità delle acque (Gruppo CAP).
- Controlli e monitoraggio:
- D.Lgs. 31/2001: Prevedeva controlli interni ed esterni con una struttura di monitoraggio meno complessa.
- D.Lgs. 18/2023: Introduce un sistema di controlli più articolato, con obblighi specifici per le autorità sanitarie locali e per i gestori dei servizi idrici, includendo frequenze minime di campionamento e punti di prelievo specifici (Gruppo CAP).
- Limiti e parametri:
- Il nuovo decreto aggiorna i limiti per alcuni contaminanti e introduce nuovi parametri chimici da monitorare, rendendo più stringenti le normative per garantire una migliore qualità dell’acqua (Gruppo CAP).
- Responsabilità e gestione interna degli edifici:
- D.Lgs. 31/2001: Concentrava la responsabilità principalmente sui gestori delle reti idriche pubbliche.
- D.Lgs. 18/2023: Estende la responsabilità anche ai gestori interni degli edifici (es. amministratori di condominio, dirigenti scolastici), richiedendo la valutazione del rischio anche per le reti interne degli edifici (Acqua di Qualità).
- Comunicazione trasparente:
- Il nuovo decreto prevede obblighi di comunicazione trasparente al pubblico, con informazioni annuali sulla qualità dell’acqua potabile erogata, da fornire tramite bollette o modalità telematiche (Gruppo CAP).
Queste innovazioni mirano a migliorare la sicurezza e la gestione delle risorse idriche, adattandosi alle nuove direttive europee e alle sfide ambientali attuali (Acqua di Qualità) (Gruppo CAP).